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autore
brano
 
Cicerone
Difesa di Milone, 21
 
originale
 
21. Non fuit ea causa, iudices, profecto, non fuit, cur sibi censeret Pompeius quaestionem ferendam; sed homo sapiens atque alta et divina quadam mente praeditus multa vidit: fuisse illum sibi inimicum, familiarem Milonem; in communi omnium laetitia, si etiam ipse gauderet, timuit ne videretur infirmior fides reconciliatae gratiae; multa etiam alia vidit, sed illud maxime, quamvis atrociter ipse tulisset, vos tamen fortiter iudicaturos. Itaque delegit ex florentissimis ordinibus ipsa lumina: neque vero, quod non nulli dictitant, secrevit in iudicibus legendis amicos meos. Neque enim hoc cogitavit vir iustissimus; neque in bonis viris legendis id adsequi potuisset, etiam si cupisset. Non enim mea gratia familiaritatibus continetur, quae late patere non possunt, propterea quod consuetudines victus non possunt esse cum multis; sed, si quid possumus, ex eo possumus, quod res publica nos coniunxit cum bonis: ex quibus ille cum optimos viros legeret, idque maxime ad fidem suam pertinere arbitraretur, non potuit legere non studiosos mei.
 
traduzione
 
21 Non fu certo quello il motivo, giudici, perch? Pompeo stabilisse di dover istituire un processo, ma quell'uomo saggio e dotato di una mente acutissima, addirittura divina, consider? molti aspetti: che Clodio gli era stato nemico, Milone, invece, amico; ebbe timore che, se anche lui nell'euforia generale si fosse rallegrato, sembrasse troppo incerta la sincerit? della sua riconciliazione. Fece molte altre riflessioni, ma si preoccup? in modo particolare della severit? con cui avreste giudicato, per quanto egli stesso avesse aperto l'inchiesta con inflessibilit?. E cos? dalle classi sociali pi? alte scelse persone eminenti, e non ? affatto vero che nella scelta dei giudici abbia escluso, come alcuni vanno dicendo, i miei amici. Infatti, non pens? a questo un uomo cos? giusto, e scegliendo tra persone perbene, non sarebbe riuscito, anche se lo avesse voluto. Infatti il favore di cui godo non ? limitato entro l'ambito dei miei amici pi? intimi, che non possono essere numerosi, visto che ? impossibile avere dimestichezza con molte persone; ma, se ho un qualche potere, lo devo al fatto che mi ha unito agli onesti la mia attivit? politica. Pompeo, scegliendo tra loro gli uomini migliori, e credendo che soprattutto tale dovere riguardasse la sua lealt?, non pot? scegliere uomini che non fossero ammiratori del mio operato.
 

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